Studio Elettrofisiologico (SEF)
Lo Studio Elettrofisiologico consente la diagnosi del meccanismo dell’aritmia, rappresentando il punto di partenza per un corretto trattamento. In base al risultato dello studio elettrofisiologico si possono verificare diverse condizioni:
1) Non viene rilevata alcuna aritmia: è possibile che i disturbi non siano legati a problemi che risiedono nel sistema elettrico del cuore
2) Viene rilevata una aritmia che potrà essere eliminata tramite ablazione trans-catetere
3) Viene rilevata un’aritmia che deve essere trattata con terapia farmacologica
La nostra struttura è in grado di eseguire sia lo studio elettrofisiologico trans-esofageo che quello endocavitario.
Come si esegue lo studio elettrofisiologico trans-esofageo?
L’esame viene effettuato, sotto continuo controllo elettrocardiografico, nella nostra sala di Elettrofisiologia, da un nostro cardiologo esperto in elettrofisiologia coadiuvato dal personale infermieristico specializzato.
Il paziente deve essere a digiuno. L’esame si esegue introducendo un particolare sondino morbido (elettrocatetere) attraverso una narice o attraverso la bocca, sino al canale alimentare (esofago) in modo da far giungere la sua estremità in stretta prossimità del cuore. Si esegue normalmente senza anestesia, se necessario spruzzando nel naso un anestetico locale o, nel caso di bambini, somministrando un sedativo endovena o in maschera facciale. Si può così registrare l’elettrocardiogramma, l’atriogramma e ventricologramma esofageo e soprattutto, si possono provocare per mezzo di piccoli impulsi elettrici, specifiche aritmie sopra-ventricolari, studiandole in dettaglio. Durante lo studio, a scopo diagnostico, si potrà rendere necessaria l’infusione endovenosa di farmaci per provocare l’insorgenza delle aritmie. Lo studio in media dura circa 20 min. Dopo la procedura è necessario rimanere 1 o 2 ore in osservazione, dopo di che si può essere dimessi anche in giornata, salvo altra indicazione.
Come si esegue lo Studio elettrofisiologico endocavitario?
La procedura è eseguita con paziente sveglio. Dopo anestesia locale in regione inguinale si procede all’introduzione di 2 o 3 cateteri diagnostici che risalgono, sotto controllo ai raggi X, fino all’interno delle camere cardiache. L’accesso più frequentemente utilizzato è quello venoso femorale destro; talora è necessaria la via arteriosa femorale destra o la via venosa succlavia sinistra. Lo studio inizia con la registrazione dei segnali elettrici provenienti dal cuore rilevata dai sensori siti sui cateteri e trasmessi al computer di controllo. Una volta indotta l’aritmia, lo studio dei tracciati permette al medico di localizzare il punto o la struttura anatomica responsabile dell’aritmia. L’intervento si conclude con la rimozione dei cateteri.
E’ un’indagine in genere ben tollerata. Durante la procedura il paziente potrebbe riconoscere la stessa sintomatologia riferita all’insorgenza degli episodi aritmici. Al termine della procedura, dopo alcune ore di riposo a letto il paziente è in grado di alzarsi. La degenza media è di 2 notti di ricovero.