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Padiglione D
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Dipartimento servizi diagnosi e cura
ANATOMIA PATOLOGICA
Contatti
0321.3733374 segreteria (primo piano)
0321.3733485
anatomiapat.dir@maggioreosp.novara.it
anatomiapat.cpse@maggioreosp.novara.it
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Sede – Novara, corso Mazzini 18
Ubicazione struttura e ambulatori: padiglione D – piano terra e piano primo dell’edificio “ex sede lavanderia” >>
- Diagnostica di laboratorio
- Unità ostetrica anestesiologica
- Malattie rare
- CENTRO ACCOGLIENZA E SERVIZI (CAS) ONCOLOGICO
- CENTRO DI ACCOGLIENZA PER I PAZIENTI AFFETTI DA DIABETE (CAIS-DM)
- Centro SLA
- Punto per la raccolta del latte materno
- UPO-CAAD Centro per le malattie autoimmuni e allergiche
- PREVENZIONE RISCHIO INFEZIONI
- Servizi di supporto
- Assistenza religiosa
- La scuola in ospedale
- Servizio sociale aziendale
- Servizio di mediazione linguistica e culturale
- Assistenza sanitaria ai cittadini stranieri
- Associazioni di volontariato
- Servizi al cittadino offerti dalla Regione
- Servizi e agevolazioni per il cittadino disabile
- Piano aziendale per le Cronicità
Francesca FOTI, Angela GIACALONE, Monica LEUTNER, Emanuela UGLIETTI, Guido VALENTE
Strutture semplici:
Cristina BOZZOLA
Responsabile struttura semplice “Unità di oncoematologia e patologia molecolare”
Il laboratorio di Anatomia Patologica è situato nel seminterrato del padiglione E
Il laboratorio di Patologia Molecolare è situato sotto al padiglione D, (area ex spaccio)
Orari di ricevimento campioni in segreteria: 8.30-10.30
Di seguito vengono riportate informazioni che potrebbero essere interessanti, riguadanti la diagnostica citologica e il laboratorio di Patologia molecolare:
Diagnostica citologica
Branca dell’anatomia patologica che valuta le alterazioni cellulari dei vari organi ed apparati al fine di identificare la patologia di cui è affetto il paziente; in questi ultimi decenni si è enormemente sviluppata e rappresenta un valido ausilio della medicina moderna per la sua facile applicazione, sensibilità, specificità e limitata invasività, in tutte le sedi corporee.
La diagnostica citologica è effettuata sia con criteri morfologici, valutabili al microscopio ottico, che con tecniche di istochimica, immunoistochimica e di biologia molecolare. Nel nostro Servizio comprende 3 aree principali:
– citologia per aspirazione con ago sottile, metodica di prelievo effettuata con ago 22-23 G, che consente di ottenere materiale diagnostico di lesioni nodulari superficiali (mammella, tiroide, tessuti molli, ghiandole salivari), attraverso manovra agoaspirativa eco-guidata e di lesioni profonde (polmone e mediastino, fegato, pancreas, ovaio, linfonodi profondi, …) in guida ecografica, fluoroscopica o TAC. Il prelievo agoaspirativo è eseguito dal patologo, che provvede alla lettura dei preparati allestiti. Esiste inoltre la possibilità di eseguire un esame istologico su lesioni di maggiori dimensioni, mediante Tru Cut, un prelievo bioptico che consente di caratterizzare maggiormente la lesione dal punto di vista morfologico e biologico.
– citologia di prevenzione, mediante valutazione di materiale citologico prelevato da pazienti sani, ma a rischio di neoplasia; è principalmente rappresentata dalla diagnostica citologica cervico-vaginale mediante lettura di PAP test, effettuata da biologi con specifica esperienza, e da quella mammaria, effettuata da patologi, nell’ambito del Progetto Serena
– citologia esfoliativa, su campioni cellulari raccolti direttamente (cioè contenenti cellule distaccatesi spontaneamente: espettorato, urina, liquidi di versamento, liquor, secreto mammario, …) oppure ricorrendo a manovre atte ad asportare le cellule dalla loro sede naturale (abrasione, spazzolamento, lavaggio, …), mediante lettura effettuata da biologi.
Il Servizio di Anatomia Patologica collabora con la Struttura di Radiologia per lo screening del carcinoma mammario Progetto Serena e con la Struttura di Malattie dell’apparato respiratorio durante ago-aspirazione trans-bronchiale (o in guida TAC per lesioni profonde) di neoformazioni polmonari: ciò permette l’esame microscopico di adeguatezza immediato, al fine di ridurre al minimo i campionamenti inadeguati o insufficienti.
Nell’anno 2012 sono stati eseguiti:
– 600 agoaspirati su lesioni tiroidee;
– 570 agoaspirati su lesioni mammarie;
– 130 agobiopsie trans-bronchiali su lesioni polmonari;
– 100 agoaspirati su lesioni linfonodali, di ghiandole salivari e parti molli;
– 100 Tru Cut su lesioni mammarie.
Di particolare rilievo è l’applicazione di metodiche molecolari in ambito citologico a fini diagnostici e prognostico-predittivi
Laboratorio di Patologia Molecolare dell’Anatomia Patologica.
Il laboratorio di Patologia Molecolare nasce nel 1999 con finalità di ricerca clinica; dal 2002 è iniziata l’attività di diagnostica molecolare applicata alla clinica, attraverso la identificazione di genoma di Polyomavirus umani (BKV, JCV ed SV40) nei trapiantati di rene. Nel corso degli anni l’attività si è progressivamente diversificata per soddisfare nuove esigenze diagnostiche e prognostico-predittive di varie neoplasie solide ed ematologiche. Ciò ha determinato un sensibile aumento del numero di prestazioni, sia in valore assoluto sia in termini percentuali rispetto alle attività di diagnostica cito-istologica, come si evince dai grafici in allegato.
Oggi inoltre il Laboratorio di Patologia Molecolare è collocato in una struttura nuova che ci consente di effettuare:
a) una attività di biologia molecolare e citogenetica con la presenza di strumentazioni moderne ed avanzate
b) ricerca applicata, come evidenziato da numerose pubblicazioni scientifiche su riviste di prestigio internazionale.
c) attività didattica, il personale del laboratorio è assistente del Prof. Boldorini alla didattica di Anatomia Patologica nei corsi di laurea di Tecniche Sanitarie di Laboratorio Biomedico e Biotecnologie Mediche. All’interno del laboratorio è presente un’aula didattica munita di un microscopio collegato a monitor dove si svolgono conferenze clinico-patologiche e lezioni seminariali per Specializzandi.
d) Attività di Tirocinio formativo per studenti di Biotecnologie mediche, Medicina e Chirurgia, Scienze Biologiche e Tecniche diagnostiche di Laboratorio, con possibilità di effettuare tesi di Laurea.
Il Laboratorio rappresenta il riferimento Regionale per le attività di diagnostica molecolare del Piemonte Orientale, ed inoltre è inserito nelle reti Nazionali FASTnet e ACTIVA. Questi programmi consentono ai Centri Oncologici italiani di spedire campioni di tessuto tumorale in selezionati laboratori di biologia molecolare per l’identificazione delle mutazioni dei geni EGFR e KRAS di significato clinico.
Collaborazioni internazionali.
– Michele Carbone. University of Hawai`i, Cancer Center, Honolulu, Hawai‘i
– Milo Frattini. Istituto Cantonale di Patologia, Locarno, Svizzera
– Raphael Viscidi. Johns Hopkins Medical School, Baltimora, Maryland, USA
– Eili Huhtamo. Department of Virology, Haartman Institute, Faculty of Medicine, University of Helsinki, Helsinki, Finland
– Kamel Khalili. School of Medicine, Temple University, Philadelphia, Pennsylvania
Il laboratorio ha superato numerosi controlli di qualità esterni (VEQ) ed interlaboratori nazionali ed internazionali, per quanto concerne
1) marcatori molecolari in tumori solidi: EGFR, KRAS, HER2, BRAF ed ALK.
2) identificazione di virus/batteri: HPV
Controlli di qualità inter-laboratori:
– BRAF
– KRAS
Sono inoltre previste due riunioni semestrali di aggiornamento con colleghi di altri Laboratori di Biologia Molecolare Diagnostica (Azienda Ospedaliero-Universitaria di Varese, Candiolo, Azienda Ospedaliera di Legnano, Laboratorio Oncologia Molecolare Fondazione Edo ed Elvo Tempia di Biella, e Istituto Cantonale dei Tumori di Locarno).
Tempistica
I tempi medi di risposta per tutti gli esami di diagnostica molecolare sono di circa 7-10 giorni lavorativi.
Alcuni esami di diagnostica molecolare sono svolti anche grazie alla collaborazione con il laboratorio di Oncologia Molecolare della Fondazione Edo ed Elvo Tempia di Biella, convenzionata con la nostra Azienda Ospedaliera.
Linfonodo Sentinella in carcinoma mammario con metodica molecolare OSNA
Di particolare rilievo è la effettuazione del linfonodo sentinella in carcinomi mammari con metodica molecolare, introdotta nel nostro laboratorio dal novembre 2011, e presente solo in pochi centri Europei.
Contatti.
Il personale del laboratorio è a completa disposizione per chiarimenti sulle modalità di invio di materiale per l’esecuzione degli esami molecolari e su altre problematiche tecniche ed economiche, è possibile comunque effettuare la maggior parte degli esami di diagnostica molecolare su materiale istologico, autoptico, fissato in formalina e incluso in paraffina e materiale citologico, sia fissato in formalina e incluso in paraffina che fresco. Principalmente gli esami di diagnostica molecolare si basano su tecniche di sequenziamento automatico, analisi di frammenti, ibridazione in situ fluorescente (FISH), Real Time PCR.
Tel. laboratorio: 0321.3733979
Fax: 0321.3733485
Mail: renzo.boldorini@med.unipmn.it
Immunoistochimica
E’ l’applicazione dei principi e delle metodiche immunologiche che permettono lo studio di cellule e tessuti, soprattutto in ambito oncologico, con scopi diagnostici, prognostici e di misurazione di risposta alla terapia. E’ applicabile sia su preparati istologici che su materiale biologico incluso prelevato per esame citologico. Permette all’anatomo-patologo di chiarire, tramite la valutazione dell’espressione di specifiche proteine, la reale natura di strutture cellulari laddove la pura morfologia risulta insufficiente
Le attuali maggiori applicazioni diagnostiche dell’immunoistochimica sono nell’ambito della diagnosi differenziale tra neoplasie di diversa istogenesi, nella migliore caratterizzazione di neoplasie appartenenti ad uno stesso gruppo, nella identificazione dell’origine di una metastasi di cui non si conosce il tumore primitivo e nella produzione di dati di utilizzo prognostico e predittivo di risposta terapeutica.
L’interpretazione dei risultati è di competenza dell’anatomo-patologo che dispone di una specifica preparazione per questo tipo di attività.
Nella nostra S.C. di Anatomia Patologia si eseguono all’incirca 11.000 test di immunoistochimica all’anno eseguiti con metodi standardizzati grazie all’utilizzo di apparecchiature completamente automatiche (Benchmark XT Ventana – link http:www.ventanamed.com) sottoposte a periodiche manutenzioni programmate da parte di tecnici specializzati.
Eseguiamo inoltre circa 500 indagini all’anno di Immunofluorescenza diretta (DIF) su tessuti provenienti da biopsie renali e cutanee e indiretta (IIF) su sieri, per la ricerca di immunocomplessi e malattie autoimmuni.
Dal 2012 abbiamo introdotto la determinazione di EBV (Epstein-Barr Virus) su materiale istologico e citologico con metodo CISH (ibridazione in situ) automatizzato su Benchmark XT Ventana.
Nello “standard di servizio” vengono definite le caratteristiche del servizio erogato, delle sue eccellenze e delle principali linee di sviluppo.
ELENCO DEGLI ANTICORPI PRIMARI IN USO PRESSO LA S.C. ANATOMIA PATOLOGICA
Markers Emopoietici
Antigeni Oncofetali
Antigeni Tumore Associato
Enzimi
Filamenti Intermedi E Del Citoscheletro
Antigeni Tessuto Specifico
Antigeni Infettivi
Ormoni, Recettori Orm E Proteine Associate
Antigeni Associati Alla Proliferazione Fattori Di Crescita
Oncoproteine
Altri Markers
AREE APPLICATIVE DEL LABORATORIO DI PATOLOGIA MOLECOLARE
TUMORI SOLIDI:
Encefalo
Cute
Tiroide
Polmone
Mammella
Stomaco – intestino – vescica
TUMORI ONCOEMATOLOGICI:
Linfomi
Diagnostica istologica
La diagnostica viene effettuata sia con colorazioni istologiche di routine, sia con metodiche immunoistochimiche, sia con metodiche molecolari.
L’ attività diagnostica di eccellenza è rappresentata dalle seguenti metodologie:
Tecnica chirurgica di MOHS e MOHS modificata Tubingen
Diagnostica istoenzimatica dei difetti di innervazione autonoma intestinale (MORBO DI HIRSCHSPRUNG)
Linfonodo sentinella in patologie neoplastiche della mammella e cutanee
La tecnica chirurgica di Mohs (variante diretta)
La tecnica chirurgica di Mohs è un’ approccio microtopografico alla dermochirurgia atta a verificare la radicalizzazione (n.d.r. escissione completa e radicale) di neoplasie dai limiti poco definibili.
Tale tecnica può incontrare ragionevole applicazione unicamente su neoformazioni cutanee a basso grado di metastatizzazione ed è indicata in regioni corporee ove è fondamentale risparmiare anche il più piccolo quantitativo di tegumento.
Per essere eseguita richiede una stretta e sinergica collaborazione fra il reparto di Dermochirurgia ed il servizio di Anatomia Patologica in quanto la parte diagnostica “in tempo reale” dà le eventuali fondamentali indicazioni al proseguo dell’ intervento.
Tecnicamente al reparto di Anatomia Patologica spetta il compito di analizzare i campioni cutanei escissi durante l’ operazione e celermente inviategli.
I lembi cutanei pervenuti in esame devono avere dimensioni e caratteristiche ben determinate (raggio non superiore ai 2 cm., assenza di calcificazioni o di corpi estranei) e devono essere accompagnati da un modulo di richiesta adeguatamente compilato recante indicazioni di tipo topografico (Es: disegno della zona di exeresi con indicazioni delle chine utilizzate per colorare i margini di escissione).
I campioni in esame vengono trattati con una tecnica criogena, simile a quella utilizzata per gli esami intraoperatori, nella maniera che segue:
– i distinti lembi cutanei vengono fissati ed inclusi su dei particolari supporti grazie ad una particolare resina (OCT) avendo cura che l’ epidermide sia rivolta verso il basso e l’ ipoderma verso l’ alto;
– i campioni così surgelati vengono sezionati su più livelli mediante un criostato al fine di ottenere un numero sufficiente di sezioni atte a rappresentare i vari livelli del tegumento in esame
– i vetrini così ottenuti vengono trattati con una colorazione specifica per gli esami intraoperatori (una variante della classica Ematossilina-Eosina adattata ai tempi molto più stretti della diagnosi estemporanea)
– i vetrini così allestiti giungono al microscopio dal patologo che segue il decorso del suddetto intervento e che dà indicazioni al chirurgo per l’ eventuale escissione specifica di altri lembi cutanei.
Questi altri eventuali frammenti di tegumento subiscono lo stesso tragitto diagnostico dei campioni precedentemente analizzati sino alla completa e radicale escissione della neoplasia.
Diagnostica istoenzimatica dei difetti di innervazione autonoma intestinale (MORBO DI HIRSCHSPRUNG)
La diagnosi della malattia di Hirschsprung (HD) si basa su elementi clinici, strumentali ed istologici. Questi ultimi comprendono:
• valutazione della presenza/assenza dei gangli nervosi parasimpatici nel plesso sottomucoso e/o in quello mioenterico in un tratto di colon di lunghezza varia, da pochi cm dalla rima anale a tutta l’ estensione del colon
• valutazione della morfologia e grado di maturazione dei gangli
• valutazione della presenza e distribuzione delle fibre nervose colinergiche
• valutazione della morfologia e localizzazione del plesso mioenterico.
Salvo casi particolari, tali valutazioni possono essere eseguite su biopsie per suzione, con minimo traumatismo per il paziente, senza anestesia ed in regime ambulatoriale.
Questi prelievi, inviati immediatamente dopo l’ esecuzione in appositi contenitori chiusi con all’ interno garza imbevuta di soluzione fisiologica, vengono congelati in ghiaccio secco anidro.
Al momento della processazione, si scongelano, si orientano su supporti da criostato in modo che le sezioni comprendano mucosa e sottomucosa e si ricongelano in ghiaccio secco anidro.
La diagnosi certa di HD e disordini correlati si basa sull’ uso di metodiche di istochimica enzimatica, le quali forniscono indicazioni certe sulla presenza/assenza e tipologia della lesione. Per questo motivo, si eseguono circa 30 sezioni “a catenella” dello spessore di 16 mm, su ogni vetrino. Dopo asciugatura, si applicano le seguenti colorazioni isto-enzimatiche: ACE (acetil-colinesterasi), LDH (lattico-deidrogenasi), SDH (succinico-deidrogenasi), NADPH (nitrato ossido-sintetasi) e la colorazione istochimica Syrius-Red. Si passa quindi alla valutazione microscopica dei preparati ed alla diagnosi conclusiva.
Nella nostra esperienza, tale metodica è risultata altamente sensibile e specifica, fornendo indicazioni importanti per il trattamento successivo del paziente ed attualmente risulta l’ unica in grado di fornire una diagnosi certa sulle patologie da disordini dell’ innervazione autonoma intestinale.
Il linfonodo sentinella
Come linfonodo sentinella si definisce il primo linfonodo che drena un determinato distretto del corpo, sede della neoplasia primitiva, è quindi la prima struttura incontrata da eventuali cellule metastatiche lungo la via linfatica.
Poiché nella maggior parte dei casi la diffusione delle cellule maligne sembra seguire una certa sequenzialità, il linfonodo sentinella è il primo linfonodo ad essere interessato in caso di metastatizzazione linfatica.
I linfonodi a valle saranno interessati solo successivamente e quindi l’ eventuale negatività del linfonodo sentinella depone per la negatività dell’ intera stazione linfonodale.
L’ esame del linfonodo sentinella dovrebbe perciò permettere di selezionare i pazienti con localizzazioni metastatiche linfonodali occulte dai pazienti senza metastasi linfonodali.
La tecnica si basa sulla inoculazione o sottocutanea nell’ area di proiezione cutanea della neoplasia, o intratumorale di una sostanza radioattiva e/o di un colorante vitale che poi migrano attraverso i linfatici verso i linfonodi regionali.
Le modalità e le quantità sia di tracciante radioattivo che di colorante vitale da utilizzare sono standardizzate.
Il linfonodo sentinella (o i linfonodi sentinella, se sono stati reperiti più di un linfonodo),una volta asportato viene inviato al laboratorio di Anatomia Patologica, a fresco se si richiede l’ esame estemporaneo intraoperatorio o in formalina 10% se si richiede solo l’ esame definitivo.
Macroscopicamente il linfonodo presenta una colorazione bluastra.
Nel nostro laboratorio questa tecnica viene eseguita solo su materiale fissato seguendo due protocolli: uno per il carcinoma della mammella, l’ altro per il melanoma cutaneo.
Linfonodo sentinella della mammella (esame intraoperatorio)
Linfonodo sentinella del melanoma
Il linfonodo fissato in formalina 10% viene tagliato in due metà in corrispondenza dell’ ilo, lungo l’ asse maggiore.
Se pervengono più linfonodi si procede in modo analogo per ciascun linfonodo identificato dalla colorazione bluastra.
Si include sempre tutto il linfonodo. Il protocollo di taglio prevede per ciascuna inclusione in paraffina l’ allestimento di 10 sezioni, di cui la prima e la sesta colorate con metodo immunoistochimico con l’ anticorpo anti-proteina S100 e tutte le altre vengono colorate con ematossilina-eosina.